Materiali per un “Codice etico fai-da-Te”

Nell’aprile del 2014, in occasione del Festival internazionale del Giornalismo di Perugia, la Online News Association presentò il progetto “Do-It-Yourself Ethical Code” (codice etico fai-da-te), un insieme di materiali per guidare organi d’informazione, testate giornalistiche, singoli giornalisti e cittadini a creare il proprio codice di comportamento per poi pubblicarlo online. I documenti furono resi disponibili online all’indirizzo http://bit.ly/onacrowdsourcing in modo che chiunque potesse proporre correzioni e aggiunte e i materiali riflettessero il più possibile la varietà dei problemi e delle soluzioni nelle diverse culture giornalistiche internazionali.

Questa fase è terminata all’inizio del 2015 e ora l’ONA sta preparando una vera e propria applicazione online che consentirà a chiunque di valutare i problemi, fare le proprie scelte e compilare il proprio codice. In questa fase gli autori hanno ulteriormente modificato e ampliato i materiali che saranno disponibili per tutti appena il nuovo strumento sarà pubblicato nelle prossime settimane.

Alcuni membri italiani dell’organizzazione hanno tuttavia ritenuto estremamente utile offrire ai giornalisti e al pubblico italiani una traduzione dei materiali originali. La loro lettura, infatti, ci sembra possa offrire alla discussione deontologica e – sì – etica del giornalismo nuove e interessanti prospettive. Anzi quanto più alcune problematiche ci sembrano distanti, tanto più possono essere utili a comprendere in quante dimensioni una discussione sulla eticità del giornalismo possa svilupparsi.

A questo scopo, con l’accordo dell’ONA, si è deciso di procedere alla traduzione in italiano dei materiali così come si presentavano alla fine del mese di Febbraio 2015. Per la versione aggiornata e completa si rimanda alla prossima pubblicazione dello strumento online.

I traduttori – tutti giornalisti italiani in attività, ma non professionisti della traduzione – hanno incontrato alcuni seri problemi di resa dovuti in qualche caso alle normali ambiguità di senso nelle diverse lingue e in altri alla profonda diversità culturale del mondo giornalistico italiano rispetto ad altri, in particolare a quello americano. Si noti, a titolo di esempio, che in italiano non c’è l’equivalente di “reporting”, cioè l’atto di raccogliere, verificare e – anche – di raccontare le informazioni; né l’esatto equivalente di “editing”, cioè tutte le attività che riguardano la revisione e la correzione dei testi, ma anche la verifica delle informazioni e la guida del giornalista da parte di un caposervizio o caporedattore. Si è cercato nella misura del possibile di trovare equivalenti italiani e altrove si è lasciato il termine inglese o il suo semplice calco in italiano: se non tutto è traducibile, occorre farci i conti.

Uno dei problemi maggiori è proprio nel concetto di “etica professionale” e di “giornalismo etico” (ethical journalism). E’ bene chiarire che in questo caso la valutazione etica non si applica al “fine” della comunicazione, ma al suo metodo. “Giornalismo etico”, quindi, non è il giornalismo che si propone fini edificanti, ma il giornalismo che viene svolto in modo eticamente compatibile. In italiano si distingue tra “deontologia” ed “etica”, in questo contesto i due concetti sono riuniti e ad essi si aggiungono per sovrammercato concetti e questioni che in ambito italiano atterrebbero più a scelte tecniche di scrittura o di organizzazione redazionale o di opportunità.

Ovviamente non si fa qui menzione dei codici e delle carte deontologiche italiani esistenti, anche se in molti punti si fa alle leggi e ai codici che nei diversi Paesi possono già regolare alcune materie.

Quello immaginato dai creatori del “Do-it-yourself Ethical Code” è un meccanismo in tre fasi:

  1. Elencare e accordarsi su alcuni principi di base senza i quali qualunque discussione non può procedere, chiamiamoli i “postulati etici”, tipo “Dire la verità” o “Non accettare denaro per far passare una notizia invece” ecc.
  2. Discutere e stabilire dove si colloca la nostra organizzazione giornalistica (o il nostro sito, personale il nostro blog, ecc.) nel continuum che va dal giornalismo “obiettivo e imparziale” al giornalismo “con un punto di vista” e comunicarlo ai lettori.
  3. Prendere in esame le specifiche questioni proposte alle quali si può legittimamente dare risposte diverse, ma tutte nella trasparenza.

Ecco i materiali [alcune traduzioni devono essere completate]:

Introduzione

Primo passo: Accetti questi principi base?

Secondo passo: Giornalismo imparziale o con un punto di vista?

Terzo passo: Personalizza il tuo codice etico

Gli originali in inglese, alla data del 17 aprile 2015, si trovavano ancora in linea all’indirizzo sopra indicato, ma – a causa del lavoro in atto su di essi di cui si è detto – possono risultare modificati rispetto a come erano quando è cominciata la traduzione. Questa traduzione, quindi, non intende mostrare le conclusioni cui è arrivata la riflessione delle persone coinvolte nel progetto, ma solo lo stato delle loro discussioni alla data del febbraio 2015.

Hanno contribuito alla edizione italiana di questi documenti:

Roberto Bernabò
Alessandro Cappai
Rosalba Castelletti
Carlo Felice Dalla Pasqua
Danilo Fastelli
Andrea Iannuzzi
Raffaella Menichini
Marina Petrillo
Antonio Rossano
Mario Tedeschini Lalli

Un commento

Lascia un commento